Alla scoperta dei fossili e dell’evoluzione dello Stretto di Messina

Il territorio pre Aspromontano della provincia di Reggio Calabria racchiude in sé la testimonianza di antichi mari divenuti colline. E’ un territorio caratterizzato da un forte sollevamento tettonico, che ha determinato cambiamenti geologicamente rapidi negli ultimi tre milioni di anni.
I Monti Peloritani, sul versante siciliano dello Stretto di Messina, e l’Aspromonte, sul versante calabrese, si sono formati a seguito di complessi movimenti tettonici della crosta terrestre, che hanno dato luogo a orogenesi, a partire dal Cretaceo-Paleogene (circa 65 milioni di anni fa). L’area dello Stretto di Messina è tuttora sottoposta a forze geologiche che ne determinano un sollevamento variabile nel tempo, che può essere stimato, attualmente, circa un millimetro l’anno in media.
Intorno a 3 milioni di anni fa, i margini delle montagne in sollevamento erano lambiti dal mare, che depositava fondali sabbiosi. Il sollevamento procedeva e parte dei fondali emergeva, mentre la riva del mare si spostava più al largo (regressione marina dovuta a tettonica di sollevamento). Questo sollevamento è stato imponente in tutto lo Stretto di Messina ed ha portato a quote fin oltre i settecento metri d’altezza quei fondali marini che originariamente si trovavano alcune decine di metri sotto il livello del mare. Le rocce sedimentarie che affiorano lungo le sponde dello Stretto di Messina testimoniano, con le caratteristiche tessiturali e composizionali ed il loro contenuto in fossili, la profondità ed il contesto paleoambientale di quei mari scomparsi. Inoltre, il sollevamento ha determinato il tipico paesaggio a “terrazzi”, visibili in particolare sulla sponda reggina, determinati dallo spianamento e deposizione operati dal mare poi sollevati dalla tettonica.
Le attività di questo laboratorio all’aperto di paleontologia mirano a stimolare:
• una sempre più grande sensibilità naturalistica che miri a migliorare il legame verso il Pianeta Terra ed in particolare verso il territorio;
• la comprensione dei fenomeni naturali del passato ed attuali utili allo sviluppo di competenze scientifiche di carattere geo-paleontologico;
• lo sviluppo di metodiche utili alla conservazione, la tutela e la valorizzazione del grande patrimonio culturale, naturale e paleontologico presente nel territorio.
Le attività didattiche sul “campo” si sviluppano su percorsi di breve durata e semplice percorrenza (per persone piccole ed adulte) e possono comprendere una simulazione di scavo ed il riconoscimento in loco delle diverse tipologie di fossili presenti.

Durata: 1 giorno
Periodo: tutto l’anno
Ambienti: collina
Consigliato a: scolaresche